«

»

Lug 09 2016

Stampa Articolo

Inachis, Civitella e il Parco

Eccomi quasi esattamente un anno dopo il mio soggiorno al Parco Nazionale d’Abruzzo,
Lazio e Molise come volontaria Inachis. Un anno intero, eppure mi sembra di esserci stata ieri – 3 settimane di aria fresca, scarpinate e risate in compagnia. Sono piena di ricordi che mi fanno sorridere, vediamo se riesco a riassumere un po’ quelle settimane da sogno! Dunque, i tre elementi che hanno reso il mio soggiorno uno dei più speciali sono stati Inachis, Civitella Alfedena e il Parco.

Vista dalla Liscia

Vista dal rifugio della Liscia

Inachis
Inachis è stata l’organizzazione attraverso cui ho potuto fare volontariato allo spettacolare Parco. Ma durante quelle tre settimane, Inachis è stato ben oltre questo, è stato il tetto della mia casa, il conforto della mia famiglia, le risate dei miei amici e un’entità a cui si è fieri di appartenere, una spilletta che si è fieri di indossare. Ma forse è meglio spiegare le cose in ordine. Dunque prima di tutto il lavoro. Da volontari, dice Luigi, le tue armi sono i guanti e il sorriso. Il lavoro è molto variabile, ma in linea di massima ci sono due attività principali, il pattugliamento e mantenimento dei sentieri e il presidio del Museo della Transumanza a Civitella. Mantenere i sentieri include raccogliere rifiuti, assicurarsi che i cartelli d’indicazione siano visibili, ridipingerli o potare la vegetazione attorno se necessario. Il controllo dei sentieri, specialmente quelli più percorsi, o negli “hotspot” di turisti è particolarmente importante durante il periodo estivo, quando l’afflusso di visitatori al Parco è maggiore. Io mi sono ritrovata varie volte a sorvegliare la zona della Camosciara, che oltre ad avere delle cascate meravigliose che attraggono molti visitatori, è una zona di Riserva Integrale per il Camoscio Appenninico. Quindi è importante controllare che non ci siano cani, che i visitatori rimangano sui sentieri recinti (soprattutto per la loro sicurezza) e in generale che non succedano incidenti. Oltre ad indossare la maglietta dei guardia parco e la spilletta di Inachis, la radio ti fa sentire molto fiera del tuo ruolo di volontaria!

Il lavoro al Museo del Tratturo e Transumanza si tratta di tenere aperto questo piccolo centro informazioni in cima al borgo di Civitella. Si trova per l’appunto sul famoso tratturo Pescasseroli-Candela e ospita una mostra permanente sulla transumanza e vita pastorale con delle foto della gente di Civitella dell’epoca che non smettono mai di stupirti. E’ un piccolo centro, ma pieno zeppo di informazioni che sono da leggere e rileggere. Questi sono borghi, montagne e persone con una cultura e tradizione immensa ed è un privilegio affacciarsi a dare un’occhiata e sentirsi di farne parte.

Come volontario Inachis, sei parte di una comunità, di una famiglia. Anche se sono pochi i giorni, si lega parecchio con gli altri volontari! I “supervisors” sono Claudia e Luigi, persone simpaticissime, super-volenterose e sempre disponibili – veramente ti senti a casa appena arrivi. E poi in base alle settimane i volontari girano, c’è chi parte e chi arriva e s’incontrano persone sempre nuove, di tutte le età, di tutti i mestieri e da tutte le parti dell’Italia e del mondo. Io per esempio c’ho trovato Romani, Bresciani, Pescaresi, Inglesi e Tedeschi – e io stessa sono Fiorentina-Scozzese. Con i tuoi compagni di avventure condividi veramente tutto, il lavoro, il mangiare, la camera, la fatica di una salita, il ristoro di un panino nel bosco, una sudata sotto al sole, una vista mozzafiato ma soprattutto infinite risate.

Civitella
Civitella Alfedena è il paese dove hanno casa i volontari. E’ un paese delizioso, con stradine ripide fatte di mattoncini bianchi, case bianche arroccate una sopra all’altra, i tetti rossi.

Vista di Civitella

Civitella Alfedena e il lago di Barrea visti dal Colle Babbaione

Ci sono due alimentari e la frutta e verdura arrivano in un camioncino ogni due giorni. Sto rileggendo il mio diario scritto mentre ero là, e al primo giorno mi aveva sorpreso il fatto che non esistono bidoni della spazzatura. Sono tutti organizzatissimi, c’è la raccolta differenziata e ogni giorno si lascia un sacchetto diverso fuori dalla porta, un giorno la plastica, un altro la carta, un altro organico ecc…tutto è pensato! Oltre ad avere vari bar/ristorantini il paese ha due aree faunistiche, del lupo (e c’è anche il museo) e della lince. E Civitella ha una ‘location’ perfetta, è situata nel sud-est del Parco, affacciata sul Lago di Barrea. E’ vicina a Barrea, Villetta Barrea e a una mezzoretta da Pescasseroli (centro più grande e sede del Parco). Oltre ad essere ben collegata con la civiltà, è anche situata perfettamente in mezzo alla natura. Ci sono tantissimi sentieri che partono da Civitella e portano nei luoghi più amati del Parco, come la Camosciara e la Val di Rose. Per quanto riguarda l’accomodation, i volontari hanno casa in due case  Le camere e bagni sono nella Foresteria del Comune, mentre la cucina e sala comune sono due passi più giù nella strada in un’ex-macelleria – tutta rifatta e addobbata. Sono dei posti carini e molto centrali, tutto è a portata di mano.

La cucina e i volontari

La cucina e i volontari

Poi la gente di Civitella è unica. Ci vuole un pochino di tempo ad abituarsi al dialetto, e dopo una settimana è facile ritrovarsi ad avere la stessa cadenza linguistica! Le persone le ho trovate molto simpatiche. Chiaramente i volontari sono estranei a tutto il ritmo e la vita del paese, eppure le persone che ho incontrato sono sempre state accoglienti, sorridenti e felici di scambiare qualche battuta. In fondo i volontari sono lì per porgere una mano, e io mi sono sempre sentita accolta a Civitella.

CamosciaraIl Parco
Questo naturalmente è il personaggio principale del racconto e la ragione per cui ho scelto di intraprendere quest’avventura! E’ uno dei primissimi parchi ad essere zona dove la natura è protetta – da più di 90 anni! Non per niente ti toglie il fiato. L’aria è così fresca e pura, le montagne maestose e le viste incredibili… E’ un posto che ti rigenera l’anima. E’ pieno di faggete, pinete, ruscelli dall’acqua gelida, discese sassose, salite ombrose, prati al sole e sentieri muschiosi.
E naturalmente tra i tanti animali ci sono caprioli, cervi, volpi, lepri, aquile reali (ne ho viste!), i riservati lupi appenninici (vedi impronta) e orsi marsicani. O vedi gli animali o ne vedi tracce! Mi viene difficile descrivere il Parco, è magico ma non riesco a spiegare perché…bisogna andarci per capire! Mi direte voi quando ci siete stati, come si fa a non innamorarsi di un posto così…
Impronta lupo

Una nota per le persone che magari non sono super-camminatrici. Io non avevo mai fatto trekking seriamente in vita mia, ma è molto fattibile. E poi dipende anche da te, se non te la senti basta dirlo. Io non mi sono avventurata per le cime più insormontabili, eppure ho fatto delle bellissime camminate lunghe, stancanti e molto gratificanti. Io tornavo a casa con le gambe stanche ma felice, e dopo una serata in compagnia e la pancia piena mi addormentavo col sorriso in faccia – non si può chiedere più di questo.

Insomma, dopo questo lungo tema credo di essere stata chiara sul fatto che mi sono trovata benissimo con il lavoro e la famiglia di Inachis, con la casa e la gente di Civitella e con la natura del Parco – è un’esperienza che consiglio veramente tanto tanto! E poi anche se mi è parso di camminare molto, ho fatto solo una piccola frazione di tutti i sentieri del Parco, c’ho così tanto da scoprire ancora…quindi lo prenderò come un invito a tornare!! Alla prossima!

Monte Marsicano

Il Monte Marsicano dal sentiero I2

Permalink link a questo articolo: http://www.inachis.org/wordpress/?p=3147